Non solo Emilia Romagna: a sopresa anche la Calabria decide di venire incontro agli stagisti che causa Coronavirus hanno visto da un giorno all’altro i propri tirocini interrompersi con il conseguente blocco dell’indennità mensile. Scade, infatti, mercoledì 29 aprile il termine ultimo per presentare domanda per l’indennità di sostegno una tantum per l’emergenza Covid-19, avviso approvato su proposta dell’assessore al lavoro Fausto Orsomarso. I destinatari sono «circa 7mila persone, per lo più ex percettori di mobilità in deroga, nel corso degli ultimi anni impegnati in percorsi di politiche attive del lavoro e di inclusione sociale», ha spiegato l’assessore durante la presentazione dell’avviso.
Un’altra regione, dunque, viene in soccorso di una platea fortemente colpita dall’emergenza Covid-19, gli stagisti appunto, di cui la politica nazionale non sembra particolarmente interessata. Basti pensare che l’unico emendamento presentato in commissione Bilancio alla Camera dei deputati, prima firmataria Chiara Gribaudo del Pd, non è stato nemmeno messo in votazione. Nel caso invece fosse stato approvato avrebbe consentito agli stagisti extracurricolari di fare richiesta per il “reddito di ultima istanza”.
La platea destinataria dell’avviso calabrese è rappresentata da quanti hanno partecipato negli ultimi tempi a una serie di politiche attive messe in campo dalla Regione per una particolare fetta di lavoratori disagiati: fuoriusciti dal mercato del lavoro, cassintegrati, esodati. In pratica non tutti gli stagisti possono accedervi. Per esempio non chi ha svolto negli ultimi mesi il suo tirocinio all’interno di un negozio. O in un’impresa privata.
I possibili richiedenti hanno ricevuto in media mensilmente circa 500 euro fino alla diffusione dell’emergenza Covid-19. Una cifra che negli ultimi due mesi, quindi, è mancata. Non includerli in alcun provvedimento è stato «una grave ingiustizia» secondo Orsomarso, ed è qui che la Regione ha cercato di correre ai ripari, stanziando 3milioni e trecentoquindicimila euro a valere sui fondi del Piano azione e coesione della Calabria 2014-2020 e risorse provenienti dalla riprogrammazione interna al PAC 2007-2013. La misura di inclusione sociale non comporta, quindi, oneri a carico del bilancio annuale e pluriennale regionale, come attestato anche dal Dirigente generale del Dipartimento bilancio, patrimonio e finanze della Regione Calabria, Filippo De Cello.
I destinatari sono i partecipanti alle «politiche attive regionali realizzate in forza delle intese raggiunte con uffici giudiziari regionali, segretariato regionale Mibact, ufficio scolastico regionale Miur che abbiano concluso positivamente la fase di training on the job o tirocinio formativo e ai soggetti di cui ai tirocini di inclusione sociale per disoccupati ex percettori di mobilità in deroga». In pratica gran parte dei tirocinanti che negli ultimi anni in Calabria sono stati impegnati con progetti rinnovati a più riprese in uffici giudiziari, uffici scolastici e dei beni culturali.
Per partecipare è necessario presentare l’istanza secondo l’allegato A presente sul sito della Regione, entro mercoledì 29 aprile a mezzo pec, anche non personale del richiedente, all’indirizzo fondipac@pec.regione.calabria.it
Non basta, però, aver semplicemente partecipato a uno di questi tirocini, perché lo scopo dell’avviso è quello di venire incontro in particolar modo ai nuclei familiari in difficoltà maggiore, partendo dalla constatazione che la Calabria, dati Istat, è la regione con la maggiore incidenza percentuale delle famiglie in situazione di povertà relativa, oltre il trenta percento sul totale e con un progressivo aumento dei soggetti in situazione di difficoltà economica. Bisogna quindi essere destinatari di una delle misure di politica attiva indicate nel bando, essere residente in Calabria, non avere altra fonte di reddito a parte l’indennità non più percepita, non percepire nessuna delle misure di sostegno previste dal Governo o dalla Giunta Regionale in questa fase di emergenza Covid19 e trovarsi in situazione di grave difficoltà economica.
L’aiuto, quindi, è «finalizzato al rimborso di spese sostenute o da sostenere per un importo totale di 500 euro, impiegato per l’accesso a beni di prima necessità, come di seguito descritto» e giù l’elenco: affitto, utenze, prodotti alimentari, per la casa, per l’igiene personale, farmaci, rate rimborso mutui vari. Spese che successivamente saranno controllate dall’amministrazione.
Certo in questi tempi difficili piuttosto che niente meglio piuttosto, ma dispiace un po’ vedere che la regione si preoccupi solo dei “suoi” tirocinanti, senza invece prevedere un sussidio universale per tutti coloro che stavano svolgendo un tirocinio sul territorio calabrese. Dispiace anche che non siano stati pensati dei meccanismi per verificare l’effettiva necessità del sussidio, perché sicuramente nella platea dei 7mila potenziali beneficiari ve ne sono alcuni che hanno molto più bisogno di altri.
La Calabria, quindi, cerca di venire momentaneamente incontro a questi stagisti che nel corso degli anni sono stati trasversalmente appoggiati da tutte le forze politiche. Soggetti che hanno sviluppato una professionalità, svolgendo compiti che altrimenti rimarrebbero inevasi. Eppure per loro non sono bastate politiche nazionali – vedi il concorso a cui potevano in passato partecipare i tirocinanti della giustizia, ma che non riuscì a includere tutti i partecipanti dei precedenti tirocini – tanto che la Regione ha dovuto a più riprese fare nuovi progetti e proroghe di stage.
L’auspicio è che una volta passata la fase emergenziale, ripresi e infine conclusi i periodi di tirocinio interrotti, la politica riesca a dare una risposta che non sia più la solita reiterazione infinita dello stage. Ma che riesca a dare ai “soggetti coinvolti nei percorsi di politica attiva regionale” quel tanto ambito inserimento nel mondo del lavoro.
Marianna Lepore
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